Casa Maria

Casa Maria è una struttura di accoglienza per orfani e bambini di strada che si trova a Ndaragwa, un villaggio del Kenya, situato sulla linea dell’Equatore, 211 km a nord-ovest di Nairobi.

La storia di Casa Maria

Ascoltiamo la storia del progetto Casa Maria, come raccontata dal suo fondatore Sebastiano Cocuzza, Primario Emerito di Pediatria e Past Govenatore del Distretto Rotary 2030.

In questo periodo, che mi rattrista per il futuro di tutti i nostri bambini, sento il desiderio e, in parte, l’obbligo di ripercorrere il mio progetto rotariano.

Sono passati 50 anni da quando Martin Luther King, aprì il suo discorso con “I have a dream”. La mia storia prende proprio l’avvio da questo messaggio; a mio avviso esistono due tipi di sogni: quello notturno, che perlopiù dimentichiamo, e quello ad occhi aperti, che possiamo realizzare, perché lo ricordiamo. Il mio sogno ad occhi aperti a favore dei più poveri, si chiama Baldo Children’s Home (Casa Maria in Italia) e nacque nel 2004.

Mi ritengo uomo fortunato: sono nato e cresciuto in una famiglia di sani principi, ho scelto la professione di pediatra e ho sposato una donna eccezionale che mi ha dato tre figli: oggi posso contare su dieci nipoti. È stata fortuna anche l’aver conosciuto tante care persone, che mi hanno sostenuto, incoraggiato e aiutato in ogni modo.

Tutta questa mia storia si realizza grazie a diverse occasioni fortuite (che giustamente le suore chiamano Provvidenza) ed inizia nel 1984, quando vinsi il concorso indetto dal Ministero degli Esteri Italiano per un posto di Professore di Pediatria all’Università Italo-Somala di Mogadiscio e di Direttore di un Reparto di Pediatria dell’Ospedale Pediatrico Benadir di Mogadiscio. Otto mesi splendidi che hanno cambiato la mia vita sia dal punto di vista umano, sia dal punto di vista professionale.

La struttura originale

Al mio rientro in Italia con alcuni amici ho fondato l’associazione, ABA (Associazione Bambini Africani), che si proponeva di raccogliere fondi per trasferire in Italia bambini che non potevano essere operati in Somalia. Realizzammo, con successo, 17 interventi e i bambini poterono tornare nella loro casa in Somalia. Purtroppo questa esperienza meravigliosa terminò nel 1991 a causa della guerra civile che ha distrutto un paese affascinante.

Nel 1986, presentato da Bebetto Zunino, entrai nel Rotary: ecco un nuovo colpo di fortuna.

Per due anni ho sentito la mancanza dell’Africa, sino ad una nuova occasione fortunata: durante una riunione di medici volontari conobbi un medico che stava programmando la costruzione di una clinica oculistica presso l’Ospedale Mathari di Nyeri. Il tempo di fare i bagagli e partii per il Kenya, dove, per due anni, ho collaborato nel reparto di Pediatria.

Fu occasione di un altro incontro fortunato: mi trovavo con amici nella veranda di un bar a Naivasha, quando da una jeep scese un giovane con un pappagallo su un trespolo. Ci siamo riconosciti e ci siamo chiamati con lo stesso nome: “Sebastiano!”. Era un giovane medico che aveva fatto il suo tirocinio sotto la mia guida all’Università di Medicina per la specializzazione in Pediatria.

Volle mostrarmi dove lavorava a North Kinangop, in un Ospedale di riferimento per tutte le Missioni africane, di un livello forse superiore a tanti nostri Ospedali. Fu occasione per conoscere le “mie suore”. Il Rettore mi fornì orizzonti inaspettati, nacque un’istintiva e sincera amicizia che portò ad una collaborazione con risultati notevoli.

Con il contributo del Rotary organizzammo un laboratorio delle fleboclisi, sistemammo pannelli solari per l’Ospedale; furono acquistati 4 incubatrici, 2 ecografi ed un intensificatore di brillanza, ma soprattutto si costruì la Clinica Oculistica Chirurgica, che oggi è ancora in funzione.

L’occasione fornì ancora un colpo di fortuna, che, nel caso, definirei decisamente di “provvidenza”. Conobbi suor Teresa Kairu, un’infermiera che apparteneva alla Congregazione di Suore Italo-Africane, le piccole figlie di San Giuseppe di Verona. Era piena di sogni e speranze, continuava a raccontarmi i suoi progetti, che, purtroppo, si rivelavano superiori alle mie risorse e, per questo, rimanevano allo stato di sogni.

Quei sogni sono rimasti tali fino al 2002, quando ebbi una nuova occasione fortunata. Fui eletto Governatore del Rotary per il Distretto 2030, comprendente Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. L’incarico comportava numerose incombenze protocollari, ma metteva a mia disposizione notevoli risorse personali e finanziarie. Proposi al mio staff ed ai club del distretto di fare economia sulle spese e riuscii a raccogliere 450.000 euro, che donammo a suor Teresa per costruire un dormitorio per bambini “di strada”. Si unirono a lei suor Peris, suor Mary e suor Margaret e, più tardi, la giovane suor Regina.

Il mio braccio destro era, allora, il Segretario Distrettuale Giancarlo Burdese, del Rotary Club di Bra, che si prodigò con impegno totale alla realizzazione del progetto e che fondò l’ONLUS Ruota Amica per la gestione delle risorse disponibili.

L’orfanatrofio fu inaugurato nel 2004 grazie ai fondi messi a disposizione dal Distretto 2030 del Rotary International.

Un supporto finanziario notevole venne anche fornito dai giovani dei club Rotaract, che indicarono Casa Maria come Progetto Nazionale dell’Associazione. Voglio citarne alcuni: Andrea Contini, che fornì i fondi per la costruzione della Nursery; Jacopo Grillo che si occupò della casa pensionato per gli allievi; Guglielmo Pepoli che finanziò l’acquisto di un respiratore per l’Ospedale. Altri notevoli contributi furono elargiti dai Governatori del Distretto 2030 nei dieci anni successivi.

Oggi il complesso consta di quattro padiglioni: due per ragazzi e ragazze, due per bambini e bambine ed una nursery. Ospita in media di circa 100 bambini abbandonati, orfani di famiglie estremamente povere, che vengono accuditi dalle suore e da alcuni dipendenti della struttura. I bambini dai tre ai cinque anni usufruiscono di una scuola materna allestita all’interno, mentre i più grandi frequentano le Scuole di Stato, situate nelle vicinanze.

La sede è anche dotata di un forno elettrico per la produzione del pane, di un grande campo agricolo, di una stalla con mucche, di aree in cui si allevano conigli e polli che contribuiscono, in buona parte, al fabbisogno alimentare.

La scuola

Tutti gli ambienti, compresi l’alloggio delle suore e la Guest House per visitatori e volontari, sono confortevoli e dotati di acqua corrente calda e fredda.

I più piccoli

Per favorire gli aspetti economici della popolazione locale, proponemmo l’applicazione del “microcredito”. A suor Peris ne fu affidata la direzione. Quell’ingegnoso strumento di sviluppo economico ci ha consentito di incentivare il lancio di piccole attività produttive da parte della popolazione locale che viveva in condizioni di estrema povertà ed emarginazione. Alle donne della comunità venivano prestati somme in denaro per allestire attività agricole e artigianali.

Il prestito durava per tre anni e doveva essere restituito dopo tale data in rate minime. Se la somma veniva restituita era possibile accedere ad un nuovo prestito in microcredito. Grazie a suor Peris l’idea ha avuto un notevole sviluppo, con grande soddisfazione della comunità. I microcrediti elargiti sino ad oggi sono stati 32, tutti a buon fine, tranne un solo caso. La crescita della struttura non si è fermata. Presso la Missione di Ndithini, diretta da suor Nadia si acquistarono due apparecchiature per il controllo dell’AIDS; nel 2014 venne istituito un progetto di borse di studio, sovvenzionato in gran parte da soci rotariani, ma anche da amici e conoscenti. A tutt’oggi sono state consegnate a 14 ragazzi che, ottenuto il diploma di scuola superiore, le utilizzano per sostenere il costo degli stage di perfezionamento. Nello stesso anno, con il contributo dei Rotary Club del Distretto 2031 e la sovvenzione della Rotary Foundation, la struttura si è dotata di pannelli fotovoltaici ed ha provveduto al rifacimento dell’impianto di irrigazione del terreno agricolo. Nel 2020 i Rotary di Torino Castello, di Auxerre e di Alzenau, con l’apporto della Onlus italiana Insiemeperdonare, hanno finanziato l’acquisto di un nuovo pulmino per il collegamento con le scuole locali.

Non si può negare che il risultato di questa iniziativa dipende dal rilevante impegno del Rotary International, da sempre impegnato nella soluzione dei problemi che affliggono l’umanità. È la stessa organizzazione mondiale che ha lanciato il progetto PolioPlus, che sta provvedendo all’eradicazione della poliomielite. Il suo fondatore, Paul Harris, come Martin Luther King, ha sognato un mondo nel quale ingiustizie e povertà sono risolte e le relazioni amichevoli fra gli uomini sono diffuse e cementate.

Il mulino

Per tutti questi colpi di fortuna non posso che ringraziare chi mi ha aiutato a realizzare il mio sogno: le piccole figlie di San Giuseppe di Verona, i medici volontari che operano sul territorio africano, i rotariani e tutti gli amici che mi hanno accompagnato in questa grande avventura che ha trasformato in realtà il mio sogno di offrire a chi non la possedeva una vita senza fame, malattie e povertà, in pace, in amicizia e nel lavoro.

Di che cosa abbiamo ancora bisogno? Forse di un nuovo colpo di fortuna o forse della Provvidenza…

BRAMS

Progetto del Rotary Club Moncalieri per il recupero di attrezzature sanitarie

Naturalmente non si tratta di un errore di ortografia ma di un acronimo che recita: Banca per il Recupero di Apparecchiature e Materiale Sanitario.

È un progetto nato nel 1999 da una felice intuizione di Giorgio Crua, un entusiasta e infaticabile socio del Rotary Club Moncalieri; un progetto capace di esprimere al meglio lo spirito di servizio al quale il Rotary si ispira.

Il progetto si basa su alcune semplici considerazioni:

  • Nei paesi del Terzo Mondo le strutture ospedaliere sono quasi inesistenti, a fronte di una elevata necessità di assistenza medica efficace
  • Nel nostro Mondo l’evoluzione tecnica ha consentito uno sviluppo eccezionale, con l’introduzione continua di nuove metodologie e attrezzature. Questa evoluzione rende rapidamente obsoleti gli impianti tradizionali.

Il Rotary può mettere a disposizione le sue professionalità e la sua rete internazionale per organizzare l’informazione sulle disponibilità delle attrezzature e destinarle a chi ne ha bisogno.

Oggi il Rotary Club Moncalieri si propone di continuare l’azione generosa di Giorgio Crua costituendo un gruppo di responsabili del programma pronti a mettere la loro professionalità al servizio di BRAMS e di costruire un sistema informatico, che raccolga i dati relativi al materiale disponibile per offrirlo a tutte le associazioni umanitarie che ne sono alla ricerca.

Imballaggio del materiale e partenza di un container per Padre Nader (12 maggio 2015)

Homes4all

Rotary Club Torino Mole Antonelliana e Rotary Club Torino Nord Ovest

Il progetto Homes4all (case per tutti), si pone la duplice finalità di promuovere il recupero urbano e di dare una risposta concreta alla crescente presenza sul territorio di famiglie in emergenza abitativa.

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Fondo Interdistrettuale Solidarietà

Il Fondo Interdistrettuale di Solidarietà costituisce una riserva finanziaria a disposizione dei Distretti 2031 e 2032 per consentire loro di intervenire con tempestività in soccorso di persone o imprese che venissero a trovarsi improvvisamente in condizioni di grave disagio economico e psicologico a causa di calamità naturali (terremoti, alluvioni, esondazioni, ecc.)  che avessero ad abbattersi sul territorio nazionale.

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Con-tatto

Con-tatto è un progetto ideato da rotariani per aiutare i giovani affetti da autismo attraverso un percorso itinerante di allenamento e adattamento all’ambiente, condotto con un approccio scientifico.

Le caratteristiche di Con-tatto

Il progetto Con-tatto nasce dall’intuizione di quattro amici: il rotariano Carmelo Velardo, il rotaractiano Luca Rivoira e due amici del Rotary Alessandro Bocchi e Graziano Lomagistro, tutti accomunati dalla passione per il “cammino”. Hanno messo insieme le loro competenze professionali e le loro esperienze umane per promuovere un progetto che si propone di aiutare i giovani affetti da autismo. Il progetto viene condotto con un approccio scientifico sotto la guida del Dott. Roberto Keller.

L’aspetto innovativo del progetto è quello di lavorare su queste abilità durante un percorso itinerante che si svilupperà in otto tappe di circa 20 chilometri ciascuna, con partenza da Acquapendente per raggiungere Roma, per un totale di 180 chilometri.

Gli obiettivi fondamentali del progetto riguardano principalmente il potenziamento delle abilità adattive, da intendersi come l’insieme di capacità che permettono all’individuo con sindrome di autismo di sviluppare modalità più armoniche di “stare” nel proprio ambiente di vita. Si tratta di operare su capacità che riguardano essenzialmente l’area della cura del sé, l’area della comunicazione, l’area delle relazioni sociali, e più in generale lo sviluppo dell’autodeterminazione, delle competenze e dell’autonomia e l’uso delle risorse della comunità.

Il progetto si caratterizza per i suoi punti di forza: l’impostazione scientifica da parte dell’ASL Città di Torino, l’approccio analitico della sua struttura e dell’organizzazione, la competenza e la professionalità degli organizzatori, il rapporto diretto tra i professionisti dell’ASL e gli accompagnatori rotariani.

Le fasi di attuazione si sviluppano in step successivi: l’analisi di fattibilità, la ricerca di sponsor, la valutazione dei rischi, l’individuazione degli utenti, gli incontri formativi degli accompagnatori, gli incontri conoscitivi con le famiglie dei giovani, gli allenamenti, la partenza.

Con-tatto offre nuove opportunità

Le opportunità che il progetto Con-tatto intende realizzare sono di creare una nuova via di crescita per questi giovani e migliorare la conoscenza della patologia. Naturalmente gli organizzatori non si nascondono le difficoltà, a partire dal dispendio di energie durante il percorso, dalla gestione delle libertà individuali, dalle difficoltà che sorgono durante il cammino, come il rischio di abbandono da parte di alcuni dei giovani partecipanti, le eventualità di infortunio, i problemi collegati alle abitudini alimentari, ai cambiamenti climatici.

La presenza di specialisti del settore permette di attuare una valutazione testistica pre e post intervento abilitativo, la definizione degli skills da acquisire, attraverso una modulazione in step progressivi, identificando per ogni tappa del percorso un obiettivo su cui lavorare.

È definito un programma di preparazione psicologica al percorso e un programma di preparazione fisica, previa valutazione medica sportiva. In chiusura si intende presentare al mondo scientifico i risultati del progetto anche attraverso pubblicazioni e presentazioni congressuali.

Le figure che operano in Con-tatto

Un educatore professionale coordina le varie fasi di sviluppo. All’educatore è demandato il compito di organizzare la gestione dei training da effettuare prima della partenza con obiettivi specifici, che riguardano l’allenamento dei ragazzi a più livelli, proponendo attività specifiche sia per la costruzione di una forma fisica, che supporti il cammino prescelto con giornate a tema, sia per la conoscenza e gestione del gruppo di ragazzi. Si comporta quindi come riferimento per le persone coinvolte, volontari e ragazzi in eventuali difficoltà. Valuterà la variazione delle autonomie tra la partenza e la fine del percorso e collabora alla redazione di una pubblicazione relativa al lavoro svolto e ai risultati ottenuti.

Un educatore professionale coordina le varie fasi di sviluppo. All’educatore è demandato il compito di organizzare la gestione dei training da effettuare prima della partenza con obiettivi specifici, che riguardano l’allenamento dei ragazzi a più livelli, proponendo attività specifiche sia per la costruzione di una forma fisica, che supporti il cammino prescelto con giornate a tema, sia per la conoscenza e gestione del gruppo di ragazzi. Si comporta quindi come riferimento per le persone coinvolte, volontari e ragazzi in eventuali difficoltà. Valuterà la variazione delle autonomie tra la partenza e la fine del percorso e collabora alla redazione di una pubblicazione relativa al lavoro svolto e ai risultati ottenuti.

È inoltre prevista la figura dell’accompagnatore rotariano con il compito di prendersi cura dei ragazzi,  garantendo il rispetto del protocollo comportamentale definito dal coordinare scientifico per tutta la durata del progetto e coinvolgendo il Rotary e le istituzioni dei vari comuni che si incontrano lungo il percorso, in particolare nella tappa finale romana.

Un massoterapista /preparatore atletico si preoccupa di programmare e organizzare la preparazione fisica dei partecipanti alla camminata nei mesi precedenti alla partenza. È suo compito gestirne il benessere, con particolare cura degli equilibri posturali attraverso esercizi di mobilità, stretching e correttiva postura.

La comunicazione del progetto

Naturalmente il progetto intende dare anche visibilità al Rotary attraverso tutte le forme di comunicazione disponibili ed individuare gli sponsor che dovranno sostenerne parte.

La comunicazione rappresenta un ruolo chiave: prima, durante e dopo l’evento, considerando che uno tra gli obiettivi principali dell’iniziativa è di dare visibilità in ambito nazionale al progetto abilitativo. Si prevedono quindi delle conferenze stampa di presentazione del progetto e tutte le fasi di sviluppo saranno documentate attraverso foto e video.

Si provvederà ad una gestione continua della comunicazione, principalmente attraverso una pagina Facebook dedicata che presenterà il progetto nei suoi aspetti. Per tutta la durata del percorso la presenza di un fotografo professionista ed un giornalista daranno evidenza ai momenti più significativi del cammino con l’obiettivo di dare forma ad una presentazione che racconti il progetto da utilizzare nelle conferenze e negli incontri dedicati all’autismo.

Rassegna stampa

2 febbraio 2020, sito del Corpo Italiano di San Lazzaro – Roma, Con-tatto: Firmato un protocollo dal valore sociale e scientifico

Distretto Rotary 2031 e USAID

L’Agenzia degli Stati Uniti per la Sviluppo Economico (USAID) ha concesso alla Fondazione Rotary un finanziamento di 5 milioni di dollari per sostenere progetti legati alla sanità, istruzione e sviluppo economico in Italia in relazione alla pandemia COVID-19.

Il nostro Distretto 2031 ha utilizzato la prima sovvenzione di importo massimo di 100.000 dollari per fornire alle scuole, agli studenti e alle loro famiglie gli strumenti ed i dispositivi necessari per continuare i programmi di istruzione a distanza.

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